LA STORIA
Umberto I, figlio di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide, nasce il 14 marzo 1844 a Torino.
Venne soprannominato “il re buono” e con questo appellativo passò alla storia. Ma in realtà passò alla storia come colui il quale non esitò
nel 1898 a concedere di propria spontanea volontà una alta onorificenza al generale Bava Beccaris per aver ucciso a cannonate quasi cento milanesi.
Prende parte volontariamente alla III guerra di Indipendenza a capo della XVI divisione.
Fu il primo re sabaudo a non regnare “per diritto divino”, giurò di agire “nel rispetto delle leggi”.
Riconobbe il carattere parlamentare del sistema politico italiano.
Freddo e compassato, si sforzò per tutta la vita di impersonare, davanti al popolo, l’autorità.
Di Umberto I si disse che fu un esempio di coraggio: non tanto il coraggio militare ma quello civile che lo spinse
a recarsi "nel ventre di Napoli", infestata dall’epidemia di colera del 1884.
Vittorio Emanuele II gli fece sposare la cugina Margherita di Savoia, dalla quale ebbe un unico figlio:Vittorio Emanuele III .
Divenuto Re d'Italia il 09 gennaio 1878, Umberto I non interferì, almeno in apparenza, col potere politico
ma cercò di appropriarsi di tutti gli altri spazi di potere: le forze armate presero il nome di Regio Esercito.
Nel 1878 a Napoli Giovanni Passanante tentò di accoltellare il re Umberto I , che
aveva subito un attentato analogo a Foggia tre mesi prima.
Margherita commentò il fatto dicendo che la luna di miele tra casa Savoia e il popolo italiano era finita mentre Umberto I affermò che gli attentati sono un rischio che chi regna deve accettare.
Nel 1897 scampò alle coltellate di Pietro Acciarito e disse a Rattazzi: "Quando dal pugnale passeranno alla pistola..."
Il 29 luglio 1900 un anarchico, Gaetano Bresci, uccise il re con tre colpi di pistola, intendendo così rivendicare
le non dimenticate vittime di Milano e la politica reazionaria che questo sovrano soffocava con le armi e non con la politica.
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