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Monete Vittorio Emanuele I
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Regno di Sardegna 1802 ~ 1821 |
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LA STORIA
Duca d'Aosta e
fratello del predecessore Carlo Emanuele IV nacque a Torino
il 24 luglio 1759.
Ricevette un’ottima educazione dall’abate Rambaudi di Bra e dal padre Giacinto Gerdil,
poi cardinale, insieme con i fratelli che furono poi sempre ossequienti alla
religione e al Papa.
Sposò il 25 aprile 1789 Maria Teresa d’Austria-Este.
Ebbe 7 figli ma la dinastia ebbe lo stesso termine perché l’unico maschio morì a due
anni.
Maria Beatrice, che sposò Francesco IV Duca di Modena, Maria Adelaide, Carlo Emanuele e
una bambina morti in tenera età, Maria Teresa, che sposò
Carlo II, Duca di Parma, Maria Anna, che sposò Ferdinando I Re
d’Ungheria e Imperatore d’Austria e Maria Cristina, moglie di
Ferdinando II Re di Napoli, che fu proclamata Venerabile il 9 luglio 1859 dal
Papa Pio IX.
La fine della dinastia:
Né lui né i suoi due
fratelli ebbero figli maschi e con loro si estinse la dinastia. Il regno sarebbe
prima o poi passato a Carlo Alberto del ramo cadetto dei Savoia - Carignano, i cui genitori si erano compromessi
con la rivoluzione e lo avevano convinto ad arruolarsi nelle file di Napoleone.
Vittorio Emanuele, che aveva scartato il genero (Enrico IV di Modena, troppo
vicino all'Austria), tolse Carlo Alberto alla sua Famiglia e ordinò che venisse
"rieducato" per prepararlo al suo destino.
Partecipò attivamente alla
guerra contro i rivoluzionari francesi del 1793 in Savoia.
Si rifugiò in Sardegna nel
1799 con la famiglia reale.
Il suo regno cominciò con l’esilio in Sardegna dal 1806 al 1814, l’esercito di
Napoleone avendo occupato la Savoia. Nemico risoluto di Napoleone I non cedette
mai, non accettò nessun compromesso e non ritornò in Piemonte che dopo la sua
sconfitta del maggio 1814, dove cercò di vivere come prima della Rivoluzione
Francese.
Fu soprannominato "Re delle Marmotte" perché disse di aver dormito dal
1792 al 1814, per tutto il periodo trascorso tra la rivoluzione e il Congresso
di Vienna. Col Congresso di Vienna riacquistò il dominio dei
suoi territori con l'aggiunta di quelli dell'ex Repubblica di Genova, che
divenne sede della marina. Il fratello Carlo Felice ebbe il titolo di
duca di Genova.
Vittorio Emanuele che non sempre nascondeva la sua
opposizione all’Austria, avrebbe voluto anche la Lombardia. Restaurò un soffocante regime assolutistico: abrogò
i codici napoleonici, rimise in vigore la legislazione vigente prima della
rivoluzione, affidò l’istruzione al clero, ristabilì le discriminazioni nei
confronti di ebrei e valdesi.
Ai tempi dell’esilio a Cagliari, istituì il corpo
dei Carabinieri, un corpo scelto, elegante e istruito, che doveva rappresentare
la fedeltà al re e la forza dello stato. Fu un’idea brillante, il corpo
speciale ebbe successo e, sia pure con alterne vicende, seppe trovare un ruolo
nella società ed essere un punto di incontro tra stato e cittadini. A Torino i Carabinieri furono subito soprannominati
“caramba”, “arruba”, “piumass”, “fratelli branca” (prendere) e
“ancuso” (incudini).
Nel 1815 fu istituito il ministero della marina.
Nel marzo 1821 esplose la rivoluzione liberale, pochi
mesi dopo Vittorio Emanuele abdicò in favore di Carlo Felice per non dover dare
la costituzione agli studenti e agli ufficiali insorti a Torino e Alessandria. Siccome
Carlo Felice
era a Modena in visita e Vittorio Emanuele non intendeva rimanere a
Torino, affidò la reggenza al nipote Carlo Alberto.
Andò in esilio a Nizza, poi a Lucca e quindi a
Modena, donde ritornò nel Castello di Moncalieri nel 1822 dove morì il 10 gennaio 1824. E' sepolto nella basilica di Superga.
ORDINE MILITARE DI SAVOIA
l 14 agosto 1815 Vittorio Emanuele creò l’Ordine Militare di Savoia.
Ordine cavalleresco del regno di Sardegna e poi del regno d'Italia, istituito per
ricompensare il merito e il valore militare, in sostituzione delle molte
decorazioni napoleoniche, dell'Ordine della Corona di Ferro e della Legion
d'onore di cui erano insigniti i militari in servizio nel ricostituito esercito
sardo; l'ordine fu poi riformato da Vittorio Emanuele II nel 1855.
Comprendeva 5 classi, e della croce cavalleresca potevano essere decorate anche
le bandiere dei reggimenti e dei corpi.
La decorazione consisteva in una croce patente, smaltata di bianco, orlata d'oro
con i bracci terminanti in tre punte e congiunti da una corona formata da due
rami di quercia e d'alloro verdi filettati d'oro, caricata da un disco cerchiato
d'oro che da un lato portava la croce di Savoia circondata dalla leggenda Al
merito militare e dall'altro, su un campo smaltato di rosso, due spade con
le punte in alto, tra le quali la data 1855, con le iniziali reali V.E.;
il nastro era a tre liste, la centrale più stretta rossa, le due laterali
azzurre.
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