LA STORIA
Nasce a Torino il 14 marzo 1820 da Carlo Alberto
e Maria Teresa d'Asburgo-Lorena, riceve il titolo di Duca di Savoia.
Il 16 Settembre 1822 Vittorio Emanuele II corre rischio di bruciare
nella culla, nella villa di Poggio Imperiale; è salvato dalla nutrice che muore per le gravi ustioni.
Il 10 aprile del 1842 sposa Maria Adelaide di Lorena, figlia dell' arciduca Ranieri,
vicerè del Lombardo-Veneto. Con Maria Adelaide di Lorena ebbe quattro figli: Clotilde Maria Teresa,
Umberto Ranieri Carlo Emanuele, Amedeo Ferdinando Maria, Oddone Eugenio Maria.
Nell’aprile del 1848 Vittorio Emanuele II si invaghì pazzamente della
quattordicenne Rosa Vercellana (la "Bella Rosina"), una procace contadina, figlia di un vecchio soldato in pensione.
La fa rapire, "consuma", e nascerà al castello di Pollenzo il 2 dicembre una bambina, Vittoria.
La moglie Adelaide subisce l'onta, ma in Austria il disprezzo è totale, unito a quello di Cavour
che farà di tutto per farlo allontanare da quella che lui chiama una "avventuriera".
Nonostante i pareri contrari la relazione con Rosa Vercellana prosegue e nasce un secondo
figlio il 16 marzo 1851, di nome Emanuele.
Nella crisi del 1848 non ebbe alcuna inclinazione verso le nuove idee, ma si distinse nelle battaglie di Pastrengo,
S. Lucia, Goito e Custoza, rimanendo ferito. Considerò come una debolezza la concessione dello Statuto fatta dal padre.
Vittorio Emanuele II era salito al trono del Regno di Sardegna
il 23 marzo 1849, in seguito all'abdicazione del padre, Carlo Alberto , avvenuta sul campo di battaglia di Novara
dopo la sconfitta piemontese nella I guerra d'indipendenza.
Nonostante i suoi sentimenti antidemocratici, del resto ben noti, sentì tuttavia la necessità di seguire
la strada paterna e, superata l’opposizione della rappresentanza nazionale con due successivi scioglimenti della
camera dei Deputati, mantenne lo Statuto, acquistandosi l’appellativo di "re galantuomo".
Nella spedizione garibaldina dei Mille, Vittorio Emanuele II ebbe una
parte preponderante. Avvenuti i plebisciti nel Mezzogiorno, nella Sicilia, nelle Marche e nell’Umbria, il regno
di Sardegna poté trasformarsi in Regno d’Italia il 17 marzo 1861.
Vittorio Emanuele II era così il primo Re d’Italia.
Trasferitosi nel 1864 con la corte da Torino a Firenze, dopo la fine dello Stato Pontificio nel 1870,
si insediò nel Palazzo del Quirinale, a Roma.
Alcuni deputati avrebbero bensì voluto, per affermare la sovranità nazionale, che egli cambiasse il suo
nome in Vittorio Emanuele I, ma il Re era contrario perché teneva alla continuità storica e al diritto
divino della dinastia.
Ebbe l’abitudine di svolgere una politica personale, che continuò anche durante la guerra del 1866, e toccò
la sua vetta nel 1870 quando cercò di imporre l’intervento a fianco della Francia contro la maggioranza dei propri ministri.
Le sue principali passioni erano le donne, i cavalli e la caccia.
Vedovo dal 1855 della regina Maria Adelaide di Asburgo-Lorena, con la quale si era unito in matrimonio
nel 1842, sposò morganaticamente la popolana Rosina Vercellana, dopo averla creata contessa di Mirafiori.
Dopo una breve malattia (diagnosticata dai medici di corte come una pleuro-polmonite con probabili complicazioni malariche),
Vittorio Emanuele II morì a Roma il 9 gennaio 1878 nel palazzo del Quirinale alle ore 14:35 all'età
di 57 anni.
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