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La Lupa Capitolina
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Luogotenenza 1943
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La storia
Durante i tragici eventi bellici in Europa, il 1943 fu un anno particolare per l'Italia. Il 10 luglio gli Alleati sbarcarono in Sicilia, il 25
luglio cadde il governo fascista e l'8 settembre venne annunciato l'armistizio, firmato il 3 a Cassabile, che divideva di fatto l'Italia
in due. Il governo del maresciallo Badoglio il 13 ottobre dichiarò guerra alla Germania.
Vittorio Emanuele III, che pochi anni prima era Re d'Italia e d'Albania, imperatore d'Etiopia, aveva perduto il suo Regno. Dopo la firma dell'armistizio si ritrovava
con la sola sovranità di Bari, Brindisi, Lecce e Taranto, le uniche provincie lasciate al sovrano dal Governo Militare Alleato.
Il servizio postale seguì la sorte di tutti gli altri apparati Statali: non solo non funzionavano i collegamenti tra sud, nord e le isole, ma
erano bloccati anche i servizi del sud per la paralisi delle comunicazioni.
Funzionavano, come potevano, solo alcuni servizi locali come quelli tra le quattro provincie del Regno del Sud. Quanto ai francobolli, una volta esaurite le
scorte, non c'era alcuna possibilità di rifornimento: le macchine per la stampa dei valori postali si trovavano parte a Roma, ancora nelle mani dei tedeschi,
e parte a Novara, ove erano state trasferite dai fascisti.
Una delle poche tipografie ancora in grado di funzionare era la Richter di Napoli, alla quale ci si rivolse per la stampa di un francobollo da
50 centesimi, tariffa lettera per l'interno.
La difficile realizzazione del francobollo
Il problema dei valori postali e delle comunicazioni si accentuò nei mesi di ottobre e novembre del 1943: il Governo, insediatosi a Brindisi, aveva urgente bisogno
di un traffico postale proprio. Il 23 settembre 1943 sbarcò a Brindisi l'ufficio di Posta Militare 151 assegnato alla Divisione Perugia, partito il
giorno prima da Santi Quaranta con il primo contingente della Divisione. Il 1° ottobre l'ufficio di P.M. 151 fu assegnato allo Stato Maggiore
del Regio Esercito. Dieci giorni dopo prese a servire anche il Comando Supremo. Dal 18 ottobre, per disposizione del Capo del Governo, tutti
i Ministeri si appoggiarono per il servizio postale alla P.M. 151.
Nel mese di novembre a Napoli, presso lo Stabilimento Arti Grafiche Raimondi, Ferdinando Raimondi titolare dello Stabilimento iniziò a sovrastampare, in rosso, con la firma di
Badoglio blocchi del 50 centesimi Imperiale. Ancora oggi non si è riusciti a capire da chi partì l'ordine di sovrastampare i francobolli ed il perchè. Dato che un certo quantitativo di questo
valore era ancora disponibile, perchè doverlo sovrastampare?
Il Re era ancora la massima autorità del Regno del Sud, almeno nelle quattro provincie per le quali si richiedeva la fornitura e non diede mai questa disposizione:
si è detto infatti che la reazione di Vittorio Emanuele III, alla vista di un blocco di dieci francobolli così sovrastampati, sia stata violenta.
Non impartì nessun ordine di autorizzazione nemmeno il Sottosegretario alle Poste Mario Fano, che venne designato alla carica il 16 novembre e che svolgeva
solo funzioni sostitutive. L'unica ipotesi plausibile è che la richiesta di una sovrastampa partì direttamente dal maresciallo Badoglio, Capo del Governo. Questo perchè,
successivamente all'infelice tentativo di sovrastampa, furono preparate prove dentellate in vari colori di un francobollo simile a quello poi emesso, ma recante la firma "Badoglio" al posto della Lupa.
Scartate queste ultime prove, giudicate troppo personalistiche, si ricorse alla Lupa Capitolina, simbolo di quella Roma abbandonata dall'interno Governo e da tutte le più alte autorità militari.
L'emissione del francobollo
Il compito di stampare il nuovo francobollo fu affidato allo Stabilimento Richter di Napoli. Il Decreto Ministeriale, emanato dopo l'emissione il 6 gennaio 1944 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
del 15 gennaio, reca le firme congiunte dei Sottosegretari alle Poste Mario Fano e alle Finanze Guido Jung. L'articolo 2 del decreto descrive il francobollo in
maniera dettagliata, forse per evitare gli equivoci che si erano creati in precedenza.
Si stabilisce che la carta possa essere con o senza filigrana, la stampa di tipo litografico ed il francobollo privo di gomma. Il francobollo reca al centro un motivo
ornamentale ad otto lati curvilinei entro il quale, nello stesso colore più scuro, è riprodotta la Lupa Capitolina. Da questa e dalle altre precisazioni risulta chiaro che il decreto è stato redatto a posteriori,
cioè dopo l'emissione del francobollo, la cui data ufficiale fu il 1° gennaio 1944 anche se si conosce usato negli ultimi giorni di dicembre 1943.
La prima emissione della Lupa fu fatta su carta con filigrana a tappeto di esagoni, in fogli di 150 esemplari (10x15); la tiratura di fu di 12.113.700 esemplari.
La seconda emissione, effettuata nel maggio 1944, fu fatta su carta senza filigrana, in fogli di 168 esemplari (12x14); la tiratura fu di 14.694.960 esemplari.
La dentellatura, lineare, varia da 10¾ a 11½ : molte dentellature miste sono di provenienza abusiva, così come i non dentellati che in genere sono scarti o resti di stamperia.
Utilizzo postale del francobollo
La "Lupa di Bari" fu usata in prevalenza al sud, dalla Calabria alla linea Gustav meno in Sardegna e nell' Italia centrale. Scarso fu l'uso in Sicilia e nell' Italia settentrionale.
Nel periodo di validità, dal gennaio al dicembre 1948 quando questo francobollo andò fuori corso, si ebbero sei cambiamenti di tariffe; da qui nacquero le varie affrancature miste
o composite. Di particolare interesse è l'uso della Lupa su corrispondenze provenienti da uffici di Posta Militare in Italia: rari i pezzi dalla P.M. fuori d'Italia (Grecia e Montenegro).
A titolo di curiosità, ma significativo del clima politico del tempo, è la LUPA sovrastampata "REPUBBLICA" ad uso elettorale: si tratta di una iniziativa privata nella
primavera del 1946 in vista del referendum istituzionale. Nella foto un raro uso del 50 centesimi nell' Italia Settentrionale. |
Categoria: Francobolli
Sottocategoria: Luogotenenza
Scritto da:
Carmelo D.
Inserito il: 29/01/2006
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