Contorniati |
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Medaglioni romani in bronzo che hanno, circolarmente, un solco inciso. Poichè molti offrono rappresentazioni che si riferiscono ai giochi, si pensa servissero quali tessere d'ingresso al circo ed al teatro. |
Contorno |
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Si intende lo spessore della moneta, cioè la superficie circolare esterna dove spesso figurano segni e leggende o zigrinature per evitare possibili tosature. |
Cornabò |
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Moneta in argento coniata nelle zecche di Torino e Vercelli nei secoli XV-XVI dai duchi di Savoia; a Casale dai marchesi di Monferrato; a Crevacuore dai Fieschi di Masserano e a Montanara dai Ferrero. |
Cornucopia |
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Corno dell'abbondanza o di Amaltea, simbolo della fecondità della Terra e della prosperità degli uomini. Secondo il mito, Amaltea, la capra che aveva allattato Zeus, un giorno si ruppe un corno contro un albero. Le ninfe lo raccolsero e lo riempirono di fiori e l'offrirono a Zeus, il quale promise loro che dal corno sarebbe scaturito tutto ciò che avessero desiderato. Col passare del tempo la cornucopia si staccò dalla originaria leggenda e il corno che la rappresentava non fu più quello della capra. Il corno dell'abbondanza è riprodotto sul verso della moneta italiana da 1 lira coniata per la prima volta nel 1954. |
Cornuto |
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Nome dato in Piemonte e nella Savoia ai grossi da 5 con al rovescio uno stemma sormontato da cimiero con ali (volgarmente chiamate corna). |
Coronato |
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Monete in argento del valore di un carlino fatte coniare da Ferdinando I d'Aragona a ricordo della sua incoronazione, avvenuta in Barletta nel 1458. |
Cotale |
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Moneta fiorentina coniata nel 1503. L'anno successivo prese il nome di barile o gabellotto, poichè serviva per pagare il vino e la gabella. |
Crazia |
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Moneta fiorentina in lega, del valore di cinque Quattrini, coniata da Cosimo I dè Medici. Fu coniata in vari valori i più comuni sono la mezza Crazia i le due Crazie. |
Cremonese |
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Nome dato sia al grosso che al denaro di Cremona coniati dalla Repubblica (1151-1330). |
Cristoforo |
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Argentea moneta dell'Asia minore che reca su un lato la cista mistica. Fu coniata anche da imperatori romani. |
Crocione |
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Vengono così chiamate quelle monete in argento di grande modulo (scudi) che recano al rovescio una grande croce. |
Crocione |
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Vengono così chiamate quelle monete in argento di grande modulo (scudi) che recano al rovescio una grande croce. |
Crocione |
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Moneta in argento di 29,52 grammi, coniata nel ducato di Milano e Mantova da Giuseppe II dal (1796-1790), da Leopoldo II nel 1791.92 e da Francesco II dal (1792-1800). Valeva 7,5 Lire milanesi. |
Cufiche |
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Monete arabo-normanne che portano caratteri cufici (da Cufa, città sull'Eufrate e capitale dell'impero dei Califfi). |
Cupronichel |
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Bronzo in ottima lega di rame e nichel, molto usato presso le zecche tedesche per coniazioni anche in versione fondo specchio. |
Darico |
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Moneta d'oro dei re di Persia, raffigurante il Re con arco, il peso della moneta è di circa 8 grammi. |
Decadramma |
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Moneta da 10 dramme (o dracme). Importante moneta greca in argento di notevole modulo e peso circa 43 grammi. |
Decimale |
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Sistema monetario fondato sul numero-base 10 ed adottato negli Stati piemontesi nel 1850 e poi esteso al Regno d'Italia dal 1861. Oggi questo sistema è quasi universalmente adottato. |
Dena |
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Moneta toscana in argento, del valore di 10 lire, emessa da Maria Luisa con decreto del 21 luglio 1803. |
Denario o denaro |
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Unità monetaria dell'argento presso i romani, portava in epoca repubblicana il valore X (10 assi). La prima emissione viene fatta risalire al 268 a.c., il nome si mantenne fino al medioevo ma la qualità del metallo e il peso diminuì nel tempo. Dagli originari 4,5 grammi di argento di ottimo titolo, si arrivò a poco più di un grammo di metallo a scarso titolo. |