Scudo |
|
Nome generico dato alle monete in argento di grande modulo (Piastre, Ducatoni, Talleri, ecc). |
Scudo d'oro |
|
Moneta di origine Francese, nata agli inizi del '300, così chiamata per la presenza dello stemma (o scudo) posto al diritto. Aveva un peso di poco superiore a tre grammi di oro quasi puro. Venne molto usata anche in Italia. |
Secchie |
|
Grossi dei Visconti di Milano, così detti per le secchie che vi erano raffigurate. |
Secusino |
|
I Denari secusini saono quelli coniati nella zecca di Susa dai Conti di Savoia Pietro I (1060-1078), Umberto II (1080-1103), Amedeo III (1103-1148), Umberto III (1148-1188) e Tommaso I (1188-1232). Devono il loro nome agli abitanti di Susa detti segusini o secusini. |
Secvritas |
|
"Sicurezza, Fiducia". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero. |
Semisse |
|
Del valore di mezzo asse, era una moneta repubblicana in bronzo col segno di valore S. Venne coniata anche in epoca tardo/imperiale e bizantina, ma in oro (metà solido, circa 1,5 g.). |
Sesino |
|
Moneta del valore di sei Denari o mezzo Soldo, battuta largamente nelle zecche dell'Italia settentrionale dal secolo XV al secolo XVI. Più tardi il valore salì a otto Denari ma le eccessive emissioni e il graduale peggioramento della lega che la componeva ne causarono l'abolizione. |
Sestante |
|
Sesta parte dell'asse (da cui il nome), recava il valore di due globetti (due once). |
Sesterzio |
|
Moneta molto diffusa nell'età romano imperiale, era il massimo valore in bronzo, valeva quattro assi. |
Siliqua |
|
Tipo monetale diffuso nel tardo impero e durante l'età bizantina, nacque con lo scopo di sostituire il denario. Coniata in argento con un peso di circa 2,5 grammi, equivaleva alla 24" parte del solido d'oro. |
Sirena |
|
Doppio Ducato d'oro coniato a Napoli sotto Ferdinando I d'Aragona (1379-1416). Il nome deriva da una deformazione popolare della leggenda "SERENITATE...." che figurava sul verso della moneta. |
Soldo |
|
Antica moneta europea, del valore di 1/20 della Lira carolingia, divenuta effettiva verso la fine del secolo XII quando, alzatosi il costo dell'argento, si dovette creare un Denaro grosso. |
Solido |
|
Dopo il 306 d.c. l'aureo romano prese il nome di solido d'oro ( o soldo d'oro). |
Somalo |
|
Unità monetaria somala introdotta dal Governi italiano durante l'amministrazione fiduciaria della ex colonia affidatagli dalle nazioni Unite dal 31 marzo 1950 al 1 luglio 1960. |
Sovrana |
|
Moneta d'oro inglese, emessa da Enrico VII nel 1489, del valore di 20 Scellini, con il titolo di 994,8 millesimi e di 15,55 gr. La sua coniazione fu interrotta nel 1663 con Carlo II che la sostituì con la Ghinea. |
Spadino |
|
Scudo d'argento emesso nel 1630 da Carlo Emanuele I dica di Savoia recante al diritto il busto del duca e al rovescio un braccio armato di una spada, uscente da una nuvola e rivolto verso l'alto. |
SPES |
|
"Speranza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero. |
Statere |
|
Moneta greca coniata sia in oro che in argento. In quest'ultimo metallo fu sicuramente più diffusa. Pesi e valori variano in ragione del sistema ponderale adottato. |
Tallero |
|
Moneta in argento diffusa in Germania dal secolo XV e successivamente coniata in quasi tutti gli Stati europei. Il Tallero più diffuso è quello coniato da Maria Teresa d'Asburgo, utilizzato anche in Africa. Il primo Tallero Savoia si ebbe con Carlo Emanuele I (soprannominata Beato Amedeo), poi con Umberto I con l'annessione dell'Eritrea, l'Italia fece coniare Talleri pari a 5 Lire. |
Tarì |
|
Moneta aurea di origine araba, di cui furono coniate numerose serie dai califfi fatimiti di Sicilia intorno al Mille. Imitati dai principi normanni di Amalfi e Salerno, iTarì recavano la croce e qualche lettera latina. Nel 1713, con il trattato di Utrecht, Vittorio Amedeo II di Savoia ottiene la Sicilia assieme al titolo reale. In quel periodo vennero coniate monete da 1,2,3,4 Tarì d'argento. |