Nobilitas |
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"Nobiltà". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero. |
Obolo |
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Deriva dal greco Obolos, indicava monete di in argento di basso valore nel periodo greco, fu coniato anche nel periodo medievale in mistura. |
Offset |
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Stampa ottenuta sfruttando il principio della repulsione idrica: un rullo viene inumidito e quindi inchiostrato; le parti del rullo incise ricevono l'inchiostro, le altre lo respingono. Il rullo viene poi posto a contatto con un altro rullo, di gomma, che riceve l'impronta e la trasmette alla carta. |
Oncia |
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Moneta romana equivalente alla dodicesima parte dell'asse ed aveva 1 solo globetto come segno di valore. In epoca moderna fu adottata in Sicilia dove Carlo III la fece coniare sia in argento che in oro, sempre col valore di 30 tarì. |
Ongaro |
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Moneta in oro da 3,40 g. e corrispondente al fiorino, coniata in Ungheria nella prima metà del 1300. La tipologia prevede una figura maschile in armatura ( Duca, Conte o Principe) da una parte e una cartella ornata con scritta al centro dall'altra. |
OPS |
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"Opulenza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero. |
Osella |
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Moneta o medaglia veneziana emessa la prima volta da Antonio Grimani (1521-1523). Era abitudine che il Doge omaggiasse ciascun membro del Consiglio maggiore con 5 uccelli di valle. Lo stesso consiglio nel 1521, decretò che al posto degli uccelli venisse consegnata una moneta in argento del valore di 1/4 del ducato. per tale motivo la moneta venne denominata Osella. |
Ossidionali |
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Nome generico dato agli esemplari di necessità coniati nel periodo di assedio delle città. |
Paolo |
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Nome dato al grosso papale coniato da Paolo III (1534-1550). |
Papetto |
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Moneta argentea del valore di 2 Paoli o 20 Baiocchi, coniata nello Stato Pontificio da Papa Benedetto XIV e Papa Pio IX. Venne così chiamata perchè riportava la figura del Papa. |
Papiensi |
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Erano denominati denari Papiensi o Papiesi le monete in argento battute nella zecca di Pavia dagli Imperatori e re d'Italia germanici, a partire da Ottone I (962-967), monete che acquistarono grandissimo credito per la qualità della lega, che all'inizio conteneva,
per ogni Denaro 1,155 gr. di argento fino. |
Parpagliola |
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Nome originario della Provenza, usato per indicare una moneta di bassa lega. Sembra derivare da tale Parpaille, capo dei falsari monetari. |
Patachina o Petachina |
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Moneta di valore di 1/4 di grosso, equivalente al Sesino. Vide particolare diffusione nei territori di Genova e Savona. |
Patientia |
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"Pazienza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero. |
Pax |
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"Pace". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero. |
Pegione |
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Nome volgare dato ad alcuni grossi di Milano di Galeazzo II e Barnabò Visconti e poi generalizzato a tutti i grossi da 1 soldo e 1/2.Sembre che il nome derivi dalla cattiva interpretazione che il popolino aveva dato della piccola aquila spiegata che compare su queste monete, scambiata per un piccione. |
Perpetvitas |
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"perpetuità, simile ad eternità". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero. |
Pezza |
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Denominazione generica di alcune monete di vario valore. In Toscana si chiamò Pezza una moneta fatta coniare per il Levante dal granduca Ferdinando dè Medici nel 1665. |
Pezzi |
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Così erano chiamate, al principio del XIX secolo, le piastre di Spagna. Avevano corso con il valore di 125 grana pari a 5,35 lire. |
Piastra |
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Nome generico col quale si indicano le monete d'argento di grande modulo. Deriva dallo spagnolo, equivale allo scudo e venne introdotta in Italia dagli spagnoli nel XVII secolo. |