Nasce dal conte Umberto I e da Ansana. Sposa Adila o Adelaide e
succede al padre dopo il 1056. Anche di questo conte, come per il padre, si hanno scarse notizie
la sua identità compare la prima volta in una concessione
precaria di Lambertus, vescovo di Langres, al conte Umberto Biancamano, datata 8 aprile 1022.
Il documento evidenzia che, in quell'occasione, il conte Umberto era accompagnato
dai figli Amedeo e Bucardo, vescovo.
Amedeo I fu soprannominato “La coda”
perché convocato a Verona o a (Roma?) dall’Imperatore Enrico III,
rifiutò di entrare nella città fino a quando gli fu concesso di portarsi
dietro la propria scorta. Dal matrimonio ebbe due figli: Umberto che morì molto
piccolo nel 1051 e Aimone vescovo di Belley, morto nel 1060. Consolidò le
posizioni del padre in Savoia e nella Maurienne e fondò il Priorato del
Bourget-du-Lac. Muore dopo il 1057.
Di Amedeo I non si conoscono emissioni monetali, dai documenti storici
inerenti ad operazioni economiche, la tipologia monetaria corrente risulta
essere quella dei Denari Pictavini (denari in argento dei conti di Poitou), dei
Denari Viennesi (denari in argento dei conti di Vienne) e dei Denari Papiensi
(denari imperiali d’argento della zecca di Pavia).
Denari Papiensi o Papiesi
Erano denominati denari le monete in argento battute nella zecca di Pavia dagli Imperatori e re d'Italia germanici, a partire da Ottone I (962-967), monete che acquistarono grandissimo credito per la qualità della lega,che all'inizio conteneva, per ogni Denaro 1,155 gr. di argento fino.
Denari Pictavini
Furono denominati denari Pictavini quelli battuti dai conti di Poitou nella loro zecca di Pictavi (Poitiers) e in seguito anche in altre zecche come ST. Jean d'Anglely, a Niost e a Melle.
Anche se l'origine del nome proviene da quello della zecca di Potiers, la zecca di Melle ha una grande importanza nella storia monetaria di questo paese, grazie ai ricchi giacimenti d'argento situati in quella regione. Il conio riporta nella leggenda circolare al diritto, il nome di Carlvs rex, e al rovescio, a tutto campo la leggenda in due linee MET ALO, ossia l'origine primitiva del nome di Melle METVLVM, cambiato in METALLVM. La buona lega del metallo determinò il suo uso fino alla comparsa del Denaro Tornese.
Denari Viennesi
Nella zecca di Vienne, capitale della Provenza,
a partire dagli ultimi decenni del IX secolo e fino oltre la metà dell'XI, furono battuti denari in argento denominati Viennesi. Questo tipo di denaro fu battuto contemporaneamente dai sovrani laici e anche dagli arcivescovi. I denari dell'ultimo sovrano, Enrico il Nero, recano al diritto il suo monogramma attorniato dalla leggenda VRBS VIENNA e al rovesio, una croce patente con la leggenda S. MAVRICIVS. I Denari Anonimi degli arcivescovi, recano al diritto una testa di profilo, barbuta, simboleggiante il martire Tebeo e al rovescio una croce patente accantonata da 4 bisanti. Questa tipologia di conio si riscontra nel denaro battuto nella zecca di Sant Jean Maurienne dal conte Oddone (1056-1060) di Savoia. Anche per questo tipo di denaro grazie alla qualità della lega si ebbe una grande diffusione.