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La pulizia delle monete Romane
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per un amico
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Introduzione
Il restauro di una moneta di epoca romana non viene effettuato solamente per preservare il conio nel tempo.
Infatti la moneta è arrivata fino a noi attraverso tanti secoli grazie ad un equilibrio chimico che, se il nostro interesse fosse limitato
alla sua conservazione, non dovremmo assolutamente disturbare. Il vero motivo che ci porta al restauro è quello di riportare il reperto
alla sua forma migliore e più prossima a quella di origine per poterne appezzare tutti i particolari e quindi leggere e studiare tutta la
storia che porta con sé. Bisogna prestare molta attenzione alle condizioni della moneta valutando attentamente lo stato di conservazione e
lo strato della patina che ricopre il metallo, se la patina è uniforme e priva di scorie o agglomerati di terriccio non bisogna
assolutamente eseguire nessuna forma di pulizia. Il pregio maggiore di una moneta in bronzo o rame è una patina uniforme. La preziosa patina
che ricopre la superficie del metallo non è altro che una ossidazione che si forma nel tempo e a seconda della composizione fra rame, ossigeno,
carbonio e idrogeno, assume varie colorazioni che vanno dal verde al blu, al rosso, al marrone ed al nero. Questo strato di ossido si comporta
come uno scudo che protegge la moneta nel tempo da sostanze esterne più aggressive. Rispettare la patina più antica è una regola fondamentale
per chi restaura monete. Togliendola si priva la moneta del fascino del tempo e la si svaluta anche da un punto di vista commerciale. Bisogna
fare attenzione a rimuoverla perché la patina ha preso il posto dello strato di metallo esterno e spesso delle sporgenze più minute del
modellato, come gli angoli vivi delle lettere delle iscrizioni o altri particolari del busto dell'Imperatore. Tutti dettagli che possono
andare persi per sempre. Esistono purtroppo condizioni chimico-ambientali tali che la patina continua a crescere formando vari strati di
consistenza e colore diversi che incorporano anche scorie e terriccio. Questa forma di ossidazione viene chiamata "cresciuta", in alcuni casi è talmente spessa da non riuscire a definire il tipo di moneta, solo per questi reperti è consigliabile
eseguire una pulizia e in seguito un restauro.
Tecniche di pulizia e restauro
La prima operazione da compiere è la sgrossatura da eseguire con uno spazzolino morbido in ottone
imbevendo la moneta in un bagno di acqua distillata e sapone neutro. Sfregare delicatamente con movimenti orientati in tutte le direzioni
(mai ripetitivi) per asportare le parti più esterne cariche di terriccio e sporcizia. Risciacquare frequentemente con acqua distillata,
ripetendo l'operazione fino a quando riusciremo ad identificare tracce della testa dell'imperatore o dell'immagine al rovescio(vedi esempio di un sesterzio). A questo
punto ci concentriamo sulla testa del personaggio e continuiamo con lo stesso metodo senza usare il sapone, sciacquando con alcool oppure
acetone. Per verificare lo stato delle incrostazioni e i punti dove questa è più spessa, su cui insisteremo maggiormente, dovremo
utilizzare un microscopio bioculare con un fattore di ingrandimento di 15/20 volte. Asportate tutte le parti più molli dovremo iniziare lo
"scavo" negli strati di carbonato di calcio ed incrostazioni che ricoprono il tondello per risalire con molta cautela allo strato più
antico. Per questa operazione dovremo dotarci di un bisturi e di un minidrill con punte diamantate, utilizzando il microscopio per
individuare i punti su cui intervenire. Fate molta attenzione ai particolari come le parole e il modellato delle figure, non bisogna mai
essere precipitosi altrimenti si rischia di intaccare il metallo. Questa fase della pulitura sarà terminata quando saremo arrivati alla
patina scudo, quella più profonda e resistente. Giunti a questo punto si comincia ad avere una visione dell'integrità o meno della moneta,
in alcuni casi potremmo avere di fronte una patina integra con un modellato bellissimo e di ottima fattura artistica, ma più spesso
purtroppo si nota una bella patina con un modellato consunto o ancora, un buon modellato che però ha una superficie deturpata da crateri e
corrosioni. Sarà l'esperienza acquisita nel tempo a consigliare il restauratore di procedere nelle operazioni di pulizia dei crateri o di fermarsi al momento opportuno. Terminata la sgrossatura si deve procedere alla rifinitura. Utilizzando una punta ad ago si ripuliscono i piccoli
interstizi delle rientranze del modellato e delle iscrizioni, ed infine si effettua la levigatura utilizzando della carta smeriglio
finissima incollata sulla punta di un'asticella, cercando di eliminare le tracce che gli strumenti di pulitura possono avere lasciato
sulla superficie specie nelle sporgenze. Ora esaminate attentamente la moneta con il riflettere della luce prima di decidere se procedere
alla lucidatura.
Lucidatura
L'operazione di lucidatura è a mio avviso una fase molto importante del restauro della moneta in quanto ne esalta il modellato e quindi la
rende più leggibile proteggendo la superficie del metallo stesso contro gli agenti atmosferici. Le sostanze impiegate più frequentemente per la
lucidatura sono la cera d'api, la gomma lacca, e molto raramente l'olio di vaselina. Queste sostanze devono essere applicate in piccole dosi
sfregando delicatamente con i polpastrelli sulla superficie della moneta.
Vi ricordo ancora che per il restauro di una moneta Romana ci vuole molta pazienza valutando bene tutti i dettagli prima di procedere.
E' importante non aver fretta di concludere il restauro e di procedere molto delicatamente, ma in particolar modo di non voler fare brillare
a tutti costi la vostra moneta: la rovinereste irrimediabilmente !!!!!
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Categoria: Monete
Sottocategoria: Romane
Scritto da:
Massimo R.
Inserito il: 29/04/2005
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